Sono guarito dall’Acufene

Domanda di: S. Del Carpio | Ultima modifica: 11 Giugno 2023 - Tempo di lettura: 6 minuti
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È con grande entusiasmo che si condivide la lieta notizia della tua guarigione dall’acufene. Questa condizione, caratterizzata da fastidiosi ronzii o fischi nelle orecchie, può rappresentare un vero tormento e influire negativamente sulla qualità della vita di chi ne è affetto.

La guarigione dall’acufene rappresenta un risultato notevole, poiché spesso questa condizione viene considerata cronica e priva di cure definitive. Tuttavia, è importante sottolineare che la possibilità di guarire dall’acufene può variare da individuo a individuo, poiché le cause e i fattori contribuenti possono differire significativamente.

Migliorare la condizione dell’acufene

Ciò che ha portato al miglioramento dei sintomi dell’acufene potrebbe dipendere da diverse ragioni. Potrebbe essere stato adottato un trattamento specifico mirato a curare la causa sottostante dell’acufene, come ad esempio un’infiammazione dell’orecchio o un accumulo di cerume. In altri casi, il tuo corpo potrebbe aver reagito positivamente a terapie complementari come la terapia del suono, la terapia cognitivo-comportamentale o altre forme di gestione dello stress.

Indipendentemente dalla causa esatta della tua guarigione, è fondamentale evidenziare l’importanza di una diagnosi accurata e di un trattamento adeguato dell’acufene. Nonostante la tua esperienza personale sia motivo di gioia, bisogna tenere presente che ogni caso di acufene è unico e che la guarigione potrebbe non essere possibile per tutti.

Guarire e testimoniare che si può fare

La tua testimonianza di guarigione dall’acufene può rappresentare un incoraggiamento per coloro che stanno ancora cercando una soluzione per alleviare i propri sintomi. Può offrire speranza e motivazione a chi si trova nella stessa situazione, spingendoli a perseguire trattamenti adeguati e adottare una mentalità positiva.

La guarigione dall’acufene rappresenta una vittoria personale, una liberazione dai fastidi e dalle limitazioni che questa condizione può causare. È un traguardo degno di celebrazione e condivisione. Auspichiamo che la tua guarigione continui a regalarti gioia e benessere duraturi.

L’acufene: un disturbo che può essere sconfitto. Un fischio insistente, un ronzio fastidioso, un sibilo costante che invade le orecchie o risuona nel centro della testa. L’acufene rappresenta un problema caratterizzato dalla percezione di suoni anomali senza alcuna fonte esterna. Si stima che il 10% della popolazione soffra di acufene cronico, mentre il 2% lo definisce una tortura insopportabile che compromette seriamente la qualità della vita. L’origine di questo disturbo è estremamente complessa, coinvolgendo il sistema uditivo periferico, le vie uditive centrali e le aree cerebrali deputate all’elaborazione delle emozioni e dell’attenzione.

Cause dell’acufene

Le cause dell’acufene possono essere molteplici, spaziando da patologie lievi a condizioni più serie. Sebbene l’orecchio svolga un ruolo fondamentale, l’intero organismo può contribuire alla generazione e al mantenimento di questo fastidioso disturbo. Pertanto, è essenziale valutare e visitare il paziente nella sua totalità al fine di identificare rapidamente la causa dei sintomi e definire il percorso terapeutico più adatto per migliorare la qualità di vita. Tra le possibili cause dell’acufene si annoverano patologie legate all’orecchio esterno (come il tappo di cerume, l’otite esterna e l’osteoma), all’orecchio medio (come l’otite media catarrale, l’otite acuta, l’otite cronica con perforazione della membrana timpanica, l’otite cronica colesteatomatosa e l’otosclerosi) e all’orecchio interno (come il trauma acustico acuto e cronico, le sordità idropiche fluttuanti, la sindrome di Menière, la sordità improvvisa, i barotraumi, la presbiacusia, le fratture della rocca petrosa e le sordità da farmaci ototossici). Altre possibili cause includono fattori vascolari, odontoiatrici, virali, metaboliche, neoplastiche e psicologiche.

Un aspetto degno di nota riguarda l’acufene e il suo legame con l’uso prolungato del cellulare. Oggi molti giovani riportano acufene cronico a seguito dell’esposizione, anche breve, a suoni intensi superiori a 95 decibel o a rumori meno intensi, ma prolungati nel tempo, così come a causa dell’ampio utilizzo del cellulare. Tali condizioni possono agire su una predisposizione genetica per determinare danni irreversibili alle cellule ciliate della coclea, provocando ipoacusia e acufene. Uno studio condotto presso l’Università di Vienna e pubblicato su Occupational and Environmental Medicine ha rilevato che il ronzio è oltre il 70% più frequente nelle persone che utilizzano il cellulare per più di dieci minuti al giorno. Inoltre, lo studio ha evidenziato che l’uso del cellulare per più di quattro anni può raddoppiare la probabilità di sviluppare l’acufene e che, con un totale di 160 ore, il rischio aumenta del 60%. Questo studio propone due ipotesi: la prima riguarda la postura assunta durante l’utilizzo del cellulare, che potrebbe favorire un’afflusso di sangue limitato solo a una parte della testa, mentre la seconda ipotizza che le onde radio possano interferire con la coclea.

Diagnosi acufene

Una diagnosi accurata riveste un ruolo fondamentale nel percorso dei pazienti affetti da acufene, al fine di indagare sulle cause che generano il disturbo e trovare una terapia efficace adatta a ciascun individuo. Il primo passo consiste nell’effettuare un esame “obiettivo” per valutare la membrana timpanica del paziente. Successivamente, attraverso un’attenta anamnesi, vengono eseguiti gli esami soggettivi, tra cui l’esame audiometrico liminare per valutare l’intellegibilità verbale e l’esame audiometrico vocale per valutare la capacità uditiva. Sono inoltre necessari esami strumentali come l’esame impedenzometrico per studiare il riflesso stapediale e rilevare eventuali anomalie della catena ossiculare, il test dei potenziali evocati uditivi (ABR) per valutare la soglia uditiva e identificare la sede della lesione lungo la via uditiva nervosa, il test delle otoemissioni acustiche (DPOAE) per rilevare anche minime lesioni nella regione cocleare e l’acufenometria per determinare la tonalità e l’intensità dell’acufene. In seguito, possono essere necessari esami radiologici, come la risonanza magnetica funzionale (FMRI), l’angiorisonanza, la tomografia computerizzata delle rocche petrose e la magnetoencefalografia (PET). È importante sottolineare che questi esami radiologici non sono ancora parte del protocollo diagnostico standard.

Dopo aver analizzato i risultati degli esami specialistici, si può programmare un trattamento terapeutico-riabilitativo personalizzato per il paziente in osservazione. Il trattamento dell’acufene richiede esperienza diretta, ragionamento clinico e conoscenza approfondita dell’anatomia e della fisiologia dell’orecchio. A tal fine, è necessario rivolgersi a un team di specialisti esperti che elabora un percorso multidisciplinare per il trattamento e la riabilitazione del paziente. Le opzioni terapeutiche possono includere protocolli farmacologici diversi e combinati, terapie farmacologiche complementari e alternative come vitamine e antiossidanti, terapie non convenzionali come l’agopuntura, interventi chirurgici otoneurochirurgici se la causa dell’acufene lo richiede, trattamenti osteopatici ed ortodontici se la causa è correlata a alterazioni cranio-cervico-mandibolari, nonché trattamenti riabilitativi come la terapia del suono.

Una delle terapie del suono più accreditate è la Terapia del Riallenamento dell’Acufene (TRT), che prevede una stimolazione acustica mirata a mascherare completamente o parzialmente l’acufene e ripristinare il funzionamento delle vie nervose uditive. Utilizzando generatori di suoni ambientali o amplificatori protesici, la TRT sfrutta la plasticità neuronale attiva dei meccanismi di rimodellamento delle vie uditive, abituando il paziente all’acufene e ottenendo un significativo miglioramento della qualità di vita. La TRT è un processo di riallenamento o riprogrammazione dei filtri cerebrali sottocorticali, che mira ad amplificare o attenuare i segnali sonori prima che raggiungano il cervello, riducendo così il fastidio causato dall’acufene. È importante che la TRT venga impostata e seguita da personale medico esperto in terapia degli acufeni, costantemente aggiornato sulle metodologie più recenti. Le fasi che favoriscono l’abitudine del paziente includono il “counseling riabilitativo”, che consiste in una seduta di apprendimento dei meccanismi neurofisiologici della TRT, e la terapia del suono, che viene effettuata utilizzando diversi dispositivi sonori.

L’acufene non è un disturbo incurabile come si potrebbe pensare. La sua origine è complessa e coinvolge diversi sistemi dell’organismo, oltre al sistema uditivo. Le cause possono essere molteplici, tra cui patologie otologiche, vascolari, odontoiatriche, virali, metaboliche, neoplastiche e psicologiche. È importante sottoporsi a una diagnosi accurata per identificare la causa specifica e avviare un trattamento mirato. Nonostante non esista una cura definitiva per l’acufene, esistono diverse opzioni terapeutiche che possono aiutare a gestire e ridurre il disturbo, migliorando la qualità di vita del paziente. La Terapia del Riallenamento dell’Acufene (TRT) è una delle terapie più efficaci, basata sulla stimolazione acustica e sull’allenamento dei meccanismi neurali. Consultare un team di specialisti qualificati è fondamentale per intraprendere un percorso di cura adeguato e ottenere i migliori risultati possibili.


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