Pogba-doping, trovato testosterone in un test dopo Udinese-Juventus: cosa rischiano giocatore e club

Scritto da Eugenio Cataldi, 12 Settembre 2023 - Tempo di lettura: 4 minuti

La positività al testosterone comporta una serie di conseguenze potenzialmente gravi per Pogba, ma non solo: vediamo nel dettaglio

Il centrocampista francese della Juventus, Paul Pogba, si trova in una situazione delicata a seguito di un risultato positivo al testosterone in un test antidoping effettuato dopo la partita contro l’Udinese il 20 agosto, partita terminata con un netto 0-3 alla prima di campionato. Questa notizia è un duro colpo per il giocatore, che già stava affrontando problemi fisici e infortuni nel recente passato.

Il centrocampista francese è rimasto in panchina per l’intera partita, ma è stato comunque uno dei soggetti selezionati casualmente per sottoporsi ai test antidoping. Nel suo test del sangue è emerso che aveva livelli elevati di testosterone, e il prossimo passo è l’analisi anche del Campione B, al fine di confermare il risultato positivo. Il centrocampista è stato sospeso cautelativamente in base al protocollo in attesa dell’esito dell’analisi del Campione B. Pogba è sceso però in campo nelle ultime due giornate di Serie A, nelle partite contro Bologna ed Empoli.

La positività al testosterone comporta una serie di conseguenze potenzialmente gravi per Pogba. Innanzitutto, il giocatore verrà sospeso in via cautelare in attesa delle controanalisi, che saranno effettuate per confermare la positività. Se la positività venisse confermata, Pogba potrebbe affrontare una squalifica che va da due a quattro anni, a seconda dell’intenzionalità dell’uso della sostanza proibita.

La positività al testosterone comporta una serie di conseguenze potenzialmente gravi per Pogba

Questa situazione rappresenta un duro colpo per il morale di Pogba, che recentemente aveva dichiarato la sua determinazione a dimostrare la sua forza e a silenziare i critici. La Juventus, dal canto suo, ha emesso una dichiarazione in cui afferma di valutare i prossimi passaggi procedurali relativi al caso.

Dichiarazioni di Pimenta

L’agente di Pogba, Rafaela Pimenta, ha dichiarato di attendere le controanalisi prima di esprimere un’opinione sulla situazione. Ha anche sottolineato che Pogba non aveva mai avuto l’intenzione di infrangere le regole.

Questo caso non è il primo coinvolgente un giocatore di Serie A in una controversia di doping. Un esempio recente è stato il difensore dell’Atalanta, Josè Luis Palomino, che è stato inizialmente sospeso dopo essere risultato positivo al “Clostebol Metabolita” ma è stato successivamente assolto dal Tribunale Sportivo Antidoping.

In questo momento, rimane fondamentale attendere l’esito delle controanalisi e seguire da vicino gli sviluppi del caso. La situazione è complessa e incerta, e solo il futuro dirà quale sarà il destino di Paul Pogba nel calcio italiano.

Cosa rischia Pogba

Il trentenne rischia una sospensione di due anni, che potrebbe estendersi a quattro se verrà giudicato colpevole, a seconda dell’intenzionalità dell’infrazione. Pogba, noto calciatore che ha iniziato la sua carriera al Manchester United, ha vissuto il suo periodo di massimo successo a Torino, dove ha conquistato quattro titoli di Serie A con la Juventus ed è stato persino nominato per il Pallone d’Oro. Ora, il tribunale nazionale antidoping sarà responsabile di valutare il suo caso, e se trovato colpevole, dovrà affrontare una sospensione di due anni dal calcio. Tuttavia, questa pena potrebbe estendersi a quattro anni se l’accusa dimostrasse l’intenzionalità dell’infrazione. È importante notare che Pogba ha recentemente fatto ritorno alla Juventus dopo aver lasciato il Manchester United, ma ora si trova di fronte a significative sfide, tra infortuni e l’accusa di un test antidroga fallito.

Cosa rischia la Juventus?

Nulla, a quanto pare il club seguirà una strategia mirata. La Juventus, visibilmente contrariata dalla situazione, ha annunciato ufficialmente la sua intenzione di esaminare attentamente le fasi successive del procedimento in relazione alla vicenda di Paul Pogba. In base all’accordo collettivo stipulato tra FIGC, Lega Serie A e Associazione Italiana Calciatori, la positività al doping è inclusa tra le circostanze che consentono la sospensione del pagamento della retribuzione di un calciatore, come stabilito nell’articolo 5.5.

Pertanto, se la positività di Pogba venisse confermata, il club bianconero potrebbe cessare il versamento del suo stipendio, garantendo solamente l’importo minimo previsto a livello federale, pari a 42.477 euro lordi, fino al termine della squalifica. In aggiunta, si sta valutando la possibilità di risolvere il contratto. Le normative prevedono che l’obbligo di corrispondere la retribuzione da parte delle società può essere interrotto nei casi di provvedimenti disciplinari che vietano l’attività sportiva a causa di illeciti sportivi, scommesse proibite o pratiche di doping, nonché in situazioni in cui il calciatore risulti indisponibile a seguito di decisioni dell’Autorità Giudiziaria. Pertanto, la Juventus potrebbe decidere di sospendere il pagamento dello stipendio di Pogba, il quale aveva precedentemente sottoscritto un contratto da 8 milioni di euro netti annui.

Nel caso di una squalifica per doping, la riduzione della retribuzione potrebbe corrispondere all’intera somma dovuta per il periodo di squalifica, a partire dalla sospensione cautelare deliberata dagli organi di giustizia sportiva. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la retribuzione non potrà mai essere ridotta al di sotto del minimo stabilito dalla Tabella dei minimi federali, fissato a 42.477 euro lordi per i calciatori di età superiore ai 24 anni.

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