Nuovi Sviluppi nella Manovra di Bilancio prevedono un vistoso calo del costo del Canone Rai, ridotto a partire dal 2024
Il governo guidato dalla Presidente del Consiglio, Meloni, ha reso noto il suo piano di riduzione del canone Rai attraverso la manovra economica di bilancio, portando una novità significativa nell’ambito del finanziamento alla radiotelevisione pubblica italiana. Questa decisione comporterà una notevole diminuzione del costo in bolletta per i cittadini italiani, in quanto si prevede una riduzione dall’attuale cifra annua di 90 euro riducendo la tassa a 70 euro. Questa iniziativa segna l’inizio di un percorso graduale che il governo si prefigge di intraprendere per il bene del paese.
Il ministro Giorgetti ha espresso l’importanza di questa misura, affermando che “un quarto del canone non viene più pagato in bolletta, l’importo scende da 90 a 70 euro, quindi in bolletta passa da 20 a 15 euro, è l’inizio di un intervento“. Va notato che si tratta di uno sconto reale, non di un semplice svincolo dalla bolletta della luce. Inoltre, il Ministero dell’Economia ha comunicato che il finanziamento della Rai verrà integrato in parte. Di conseguenza, la Rai subirà una perdita di circa 20 milioni di euro all’anno di fondi pubblici.
Una delle tasse più odiate dagli italiani
Da tempo, la Lega e il Ministero dell’Economia, sotto la guida del Ministro Giorgetti, hanno sostenuto la necessità di azzerare il canone Rai. La Lega ha persino presentato una proposta di legge in Parlamento a tal riguardo. Pertanto, nel piano del governo, il taglio attuale rappresenta solo un primo passo verso una riduzione più ampia. Rimane da vedere se si riuscirà a cancellare completamente il finanziamento alla Rai da parte dei cittadini italiani, come richiesto dalla Lega. Per ora, il governo si è impegnato a tagliare un quarto dell’importo totale. Parallelamente, si sta considerando anche un cambiamento nel metodo di pagamento, poiché il centrodestra propone di svincolarlo dalla bolletta della luce e di collegarlo, ad esempio, all’utenza telefonica mobile o all’abbonamento del cellulare.
Il Ministro Salvini ha descritto questa iniziativa come “l’inizio di un percorso virtuoso” che dovrebbe alla fine portare alla completa cancellazione del canone Rai, un tributo introdotto nel 1938. Nel marzo dello scorso anno, il Vicepresidente del Consiglio aveva annunciato un processo graduale di cancellazione dell’abbonamento obbligatorio, con una riduzione del 20% ogni anno, fino a farlo sparire completamente entro 5 anni. Questa decisione era giustificata dal fatto che il canone era considerato obsoleto e ingiusto, poiché veniva applicato semplicemente per la detenzione di apparecchi televisivi o ricevitori adattabili a ricevere il segnale.
In termini di finanziamenti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dichiarato che la dotazione complessiva per la Rai subirà solo una leggera modifica, passando da 440 milioni a 420 milioni di euro. Questo adeguamento è in linea con i tagli previsti per tutti i ministeri. L’integrazione del finanziamento della Rai sarà destinata a coprire le spese relative agli investimenti.
Nel corso degli anni, il canone Rai ha subito notevoli cambiamenti. Inizialmente, era stato portato a un massimo di 113 euro, in parte a causa dell’elevato tasso di evasione. Successivamente, grazie all’inserimento automatico nella bolletta elettrica, era stato ridotto a 100 euro e poi a 90 euro, quando il numero di abbonati era aumentato da 16 a 22 milioni. Attualmente, il gettito complessivo si aggira intorno a 1,7 miliardi di euro, ma dovrebbe scendere a circa 1,2 miliardi di euro. Questi fondi sono essenziali per sostenere le casse pubbliche dello Stato e continuare a finanziare i canali pubblici, tra cui telegiornali, radiogiornali e programmi di comunicazione di interesse pubblico, attuali e politici.
La presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia, ha sollevato alcune questioni riguardo a questo taglio al canone Rai, chiedendo chiarezza sul fatto che si tratti effettivamente di un taglio o di uno spostamento verso la fiscalità generale. La sua preoccupazione è garantire che qualsiasi misura adottata non indebolisca il servizio pubblico o danneggi i lavoratori della Rai, specialmente in un momento in cui la radiotelevisione pubblica sta attraversando una fase di trasformazione in una digital media company.
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