Quando fanno Noi ce la siamo cavata: Informazioni, palinsesto e orari di programmazione di questa settimana per Noi ce la siamo cavata. Scopri su che canale e se lo fanno stasera.

Nel lontano 1992, Lina Wertmuller ci presentò un film che prendeva vita dalle pagine di un libro omonimo, portando sul grande schermo “Io speriamo che me la cavo”. Al centro di questa storia, c’erano i giovani studenti di una classe nel cuore di Napoli, guidati da un maestro interpretato magistralmente da Paolo Villaggio. Ora, trent’anni dopo, uno di quei ragazzi, Adriano Pantaleo, che ha intrapreso anch’esso una carriera nell’industria cinematografica, decide di fare ritorno sui passi del tempo per rintracciare i suoi compagni d’infanzia e scoprire come abbiano affrontato la vita dopo quel film.
Questo documentario, con un tocco di leggerezza che cela una profonda introspezione, va oltre il semplice ritrovarsi. Quando trent’anni fa il pubblico ebbe l’opportunità di assistere a questa pellicola ispirata da un libro inizialmente considerato impossibile da adattare per il cinema, ciò che colpì fu la capacità di Lina Wertmuller di far emergere le personalità dei giovani attori, fondendole con quella di un attore di grande fama desideroso di allontanarsi, almeno temporaneamente, dai suoi soliti ruoli di successo.
Sia il pubblico che la critica riconobbero il successo di questa impresa. Tuttavia, la decisione di uno di quei giovani attori di tornare indietro nel tempo, con il benestare di Lina Wertmuller stessa, potrebbe sembrare una semplice rievocazione nostalgica. Ma ciò che emerge è molto più significativo: una prospettiva che si basa sulla memoria non solo di chi era bambino allora, ma anche di coloro che lavorarono dietro le quinte, come il produttore e lo sceneggiatore.
La regia di Giuseppe Marco Albano equilibra con maestria gli incontri di Pantaleo con i suoi ex compagni di set e un raduno collettivo, avvenuto a distanza di trent’anni, nonostante le sfide poste dalla pandemia. Questo doppio approccio consente di esplorare narrazioni “private” e di evocare i ricordi collettivi.
Il film offre una piacevole incursione nella personalità vulcanica di Lina Wertmuller, un’artista in grado di assumere sia ruoli maschili che femminili quando necessario. La sua presenza, al tempo stimolante e intimoriente, viene rievocata con emozioni simili a quelle di un tempo.
Tuttavia, il confronto tra l’infanzia dei giovani attori a Napoli trent’anni fa e la realtà di oggi porta a riflessioni significative. Alcuni di quei ragazzi hanno sperimentato errori e conseguenze, ma oggi sono consapevoli dei pericoli ancora più insidiosi che minacciano le giovani personalità in formazione. Questi adulti, che sono diventati genitori a loro volta, mettono in guardia dal lato oscuro di una società che è profondamente cambiata in tre decenni, e lo fanno con parole semplici, ma penetranti.
Noi ce la siamo cavata diretto da Giuseppe Marco Albano, è un documentario che ricerca e raccoglie le storie dei giovani protagonisti di “Io speriamo che me la cavo”, un film del 1992 diretto da Lina Wertmüller. La pellicola, tratta dall’omonimo libro, narra la storia di un maestro elementare, interpretato da Paolo Villaggio, trasferito per errore a Napoli, dove si trova ad affrontare una classe di bambini che, oltre a frequentare la scuola, sono costretti a lavorare a causa delle difficoltà economiche delle loro famiglie.
Adriano Pantaleo, uno dei giovani attori di “Io speriamo che me la cavo” (che interpretava il ruolo di Vincenzino), è il protagonista di questo documentario. Pantaleo si mette alla ricerca dei suoi ex compagni d’infanzia a bordo di uno scuolabus, con l’obiettivo di condividere ricordi e scoprire come abbiano “cavato” la loro vita dopo quei giorni di cinema.
- Genere: Commedia
- Anno: 2022
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