Scandalosa Gilda

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Nel 1985, Gabriele Lavia ci regalò l’opera cinematografica “Scandalosa Gilda”, un’incursione audace nel mondo dei desideri e delle emozioni, guidata dalla regia stessa di Lavia e dall’affascinante presenza di Monica Guerritore, all’epoca in un connubio con lo stesso regista.

La trama si svolge come un vortice imprevedibile. Una donna delle alte sfere della borghesia romana si trova catapultata in un inaspettato dramma coniugale, cogliendo di sorpresa il marito in una situazione di adulterio. Questo evento straordinario la spinge a lasciare il proprio nido domestico, incaricando l’auto e la valigia del ruolo di confidenti. Nel suo viaggio incerto, si imbatte casualmente in un autogrill dove un disegnatore di fumetti erotici incanta la sua immaginazione. Le trame dei suoi racconti d’animazione travolgono la donna in un turbine di passione inaspettato. Lui, colpito dalla freccia di Cupido, si innamora, mentre lei rimane immune a questo sentimento. L’orologio inizia a scandire le 24 ore successive, un ciclo di inviti e respingimenti, offerte e deviazioni perverse. Lui, in una ricerca ossessiva, tenta di svelare ogni segreto celato dietro gli occhi della misteriosa donna, mentre lei, con un misto di desiderio e desiderio di umiliazione, intreccia questa strana danza. Tutto culmina nell’alba del giorno successivo, quando il destino s’incarica di togliere di mezzo l’uomo in una tragica svolta stradale.

Emerge dalla pellicola un ritratto crudo delle pulsioni umane e delle dinamiche emotive. La protagonista, disgustata e destabilizzata dal tradimento coniugale osservato di nascosto, fuga dalla capitale verso terre settentrionali. È qui che l’incontro casuale con un animatore di cartoni animati crea una connessione che va oltre il banale. Questi due individui, così diversi, si ritrovano a svelare le sfaccettature più profonde dei propri sé. Il suo spirito gioviale e il suo parlare fluentemente affascinano la donna, la quale, nonostante la freddezza, si offre a lui in un incontro senza regole. Le fasi successive della trama sono una danza bizzarra, con 24 ore scandite dall’attrazione e dal respingimento, dall’offerta e dalla deviazione. Il suo tentativo di decifrare ogni segreto celato in lei si contrappone al suo desiderio di umiliazione, creando uno spettacolo surreale di emozioni umane travolgenti.

La critica di “Scandalosa Gilda” non può che riflettersi sull’audace visione di Gabriele Lavia. Quest’opera si distacca dalla tradizione cinematografica, abbracciando un surrealismo erotico che sfida le convenzioni. Lavia, giovane eretico dell’arte cinematografica, si allontana temporaneamente dai maestri teatrali come Checov e Sofocle, per abbracciare una filosofia audace e provocatoria che trova espressione nei dettagli più intimi dell’abbigliamento. Ogni abito intimamente tolto diventa una dichiarazione metafisica, un dogma di desiderio e verità. Monica Guerritore, con la sua presenza magnetica, si sveste non solo dei vestiti, ma anche delle convenzioni sociali, ansimando e contorcendosi in un’interpretazione carica di voluttà e potere. Si potrebbe affermare che il suo sfoggio sensuale sia un allenamento di preparazione per le sfide interpretative pirandelliane.

Scandalosa Gilda non è solo un film; è un’esperienza cinematografica che sfida le norme e rivoluziona le convenzioni. Gabriele Lavia ci guida attraverso un turbine di emozioni e desideri, incanalando la potenza della passione umana e l’irrazionalità dell’attrazione. Monica Guerritore, incantevole e provocatoria, sveste il suo io sociale per abbracciare l’essenza stessa del desiderio. Il risultato è un film che rimane inciso nell’anima dello spettatore, una pietra miliare del cinema audace e controverso.

• Genere: Per adulti
• Anno: 1985