Programmazione TvGiletti sospeso da La 7 che chiude il programma Non è l’Arena da questa settimana. Il giornalista ha commentato la scelta e rimane in attesa.
La rete televisiva La7 ha ufficialmente sospeso il programma “Non è l’Arena” condotto e ideato da Massimo Giletti di fatto congedandolo in una nota in cui la società di Cairo ha ringraziato il giornalista e conduttore per il lavoro svolto in questi sei anni di passione e dedizione. Non sono stati forniti particolari sulla decisione di sospendere il programma, ma da settimane circolavano voci su un possibile ritorno di Giletti alla Rai, in particolare su Rai2 o Rai3.
Giletti a disposizione dell’azienda, ma è solo per onorare il contratto fino a giugno
Massimo Giletti rimarrà comunque a disposizione dell’azienda, avendo un contratto in scadenza a giugno. Secondo alcune indiscrezioni riportate dall’Ansa, La7 e il proprietario dell’emittente, Urbano Cairo, avrebbero accelerato la decisione di sospendere il programma di Giletti a fronte della prospettiva di un rapporto destinato a terminare. Si fa anche riferimento a problemi legati ai costi e alla raccolta pubblicitaria della trasmissione, ma il campanello d’allarme dovrebbe essere legato al corteggiamento che il centrodestra sta facendo dinanzi al rinnovamento dei palinsesti nella prossima stagione televisiva. L’aria della politica tira forte, come sempre.
La programmazione autunnale della Rai sarà presentata a giugno e le decisioni sono attualmente in fase di decisione. Recentemente era stato già ipotizzato un passaggio di Giletti a Rai 1, ma secondo altre indiscrezioni, il conduttore potrebbe approdare invece su Rai 2, eventualmente nella prima serata del giovedì. Nonostante non siano ancora state annunciate ufficialmente le decisioni, si stanno facendo diverse speculazioni sulle possibili mosse dei vari conduttori e programmi. La situazione verrà chiarita solo a giugno, quando la Rai presenterà la sua programmazione per la nuova stagione.
Massimo Giletti ha commentato la sospensione del suo programma a La7 dichiarando: “Prendo atto della decisione di La7. In questo momento, l’unico mio pensiero va alle 35 persone che lavorano con me da anni e che da un giorno all’altro – senza alcun preavviso – vengono lasciate per strada”.
Il giornalista aveva già espresso in passato il suo rammarico per aver lasciato la Rai, definendo l’esperienza un “dolore profondo“, ma aveva anche dichiarato che a volte l’assenza può essere un valore e che si fanno scelte nella vita. Non ha voluto rivelare il nome del presunto mandante politico che lo avrebbe costretto ad andarsene dalla Rai.
Voci su un dissidio nato da lontano
In passato, nonostante la sua professionalità, qualcuno più volte ha criticato il modo di fare giornalismo di Giletti. In sostanza, molti autori già in tempi di lookdown (durante il Covid, nel 2020) criticavano il conduttore, definendolo un demagogo e un tribuno di parte nel campo della politica italiana.
Questa corrente di pensiero sostiene che Giletti non faccia informazione, ma spettacolarizza i temi trattati nel suo programma televisivo, mettendo sullo stesso piano esperti e controinformazione sociale, trasformando il suo show in un circo mediatico. Questo pensiero evidenzia anche l’invito di ospiti controversi e la diffusione di disinformazione nel programma, facendo piuttosto leva su una fantomatica posizione scomoda del conduttore, mentre in realtà farebbe della disinformazione il suo core business.
Non dovrebbe essere questo il caso del divorzio, anche perché è facile immaginare come il patron Cairo avrebbe già potuto “liberare” il conduttore in passato ed invece ha deciso di tenerselo stretto. Speriamo che l’avventura di Giletti possa continuare sulla rete pubblica, ruolo che tra l’altro, quello del giornalista televisivo in Rai, ha già svolto per tantissimi anni con successo.
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