Nei ristoranti i pasti per bambini offerti a 10 euro, con il Governo che sta attivamente lavorando su questa questione con i ristoratori
Il Governo Meloni ha avviato un’iniziativa intitolata “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più“, proponendo menù per bambini a 10 euro nei ristoranti e simili. Questa proposta mira a incoraggiare le famiglie a frequentare i locali gastronomici anziché mangiare a casa.
Sebbene l’idea sembri promettente sulla carta, sorgono domande sulla sua efficacia e sull’accoglienza da parte dei ristoratori. È una misura ponderata o un’idea improvvisata senza valutare le eventuali controindicazioni?
Il nuovo progetto governativo è sostenuto da cinque ministeri con l’obiettivo di agevolare l’accesso alla ristorazione per le famiglie. In sostanza, si propone di offrire menù dedicati ai bambini sotto i 10 anni a 10 euro nei ristoranti che aderiscono all’iniziativa.
La campagna spera di favorire diversi settori dell’economia italiana, compresa la produzione agricola, la ristorazione e il Made in Italy.
Il coinvolgimento di cinque ministeri, tra cui quello delle Imprese e del Made in Italy, dell’Agricoltura, della Salute, del Turismo e del Dipartimento per le politiche della famiglia, evidenzia l’importanza strategica dell’iniziativa.
Le imprese e i ristoranti aderenti potranno adottare diverse soluzioni per contenere i prezzi a favore delle famiglie durante il periodo di validità dell’iniziativa. Queste includono l’offerta di menù per bambini a 10 euro, sconti infrasettimanali e l’inserimento nel menù di piatti del territorio a prezzi calmierati.
È da considerare, tuttavia, che non tutti gli esercenti potrebbero aderire all’iniziativa, e potrebbero sorgere complicazioni nel caso di richieste multiple da parte delle famiglie.
Tali azioni non saranno limitate ai soli ristoranti, ma potranno essere estese anche agli agriturismi, seppur su base volontaria. Le associazioni aderenti includono Fipe, Confartigianato, CNA, Slow Food, Coldiretti, e molte altre.
Facciamo chiarezza sui menu per i bambini con il “bonus”
Va bene, tutto suona molto positivo e nobile. Oltre al fatto che non si parla di menu fisso e di “quantità” (mangeranno tutto i bambini o sarà una scusa usata dai genitori per mangiare di più a basso costo?), come farà il gestore a coprire i costi se verranno chieste delle porzioni extra? Forse è il caso di spiegare che
- non è possibile inserire nel menu a prezzo convenzionato opzioni a scelta libera e piatti extra
- il menu scontato è disponibile un giorno della settimana, e se ci si presenta un altro giorno non si potrà beneficiarne
- i genitori o i parenti in genere non possono usufruire del menu a prezzo ridotto (se il bambino non avrà più fame quel cibo andrà ritirato?)
La partecipazione alla campagna sarà quindi come lungamente immaginabile a discrezione dei ristoranti e potrebbe includere menù speciali o sconti applicabili solo su determinati giorni della settimana, dal lunedì al giovedì e su un menù fisso. Il menù per bambini comprenderà un primo, un secondo, un contorno e la frutta.
Molte associazioni di categoria, tra cui Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura e Legacoop agroalimentare, hanno già approvato il progetto. È importante notare che i menù per bambini saranno fissi e non saranno lasciati alla discrezione dei clienti con variazioni e aggiunte che saranno pagate in toto.
Gli extra saranno dunque a carico dei genitori e lo sconto sarà applicabile solo una volta a settimana, esclusivamente per i bambini sotto i 10 anni.
Continua a leggere su ProgrammazioneTv.com