Crisi Climatica, proteste globali da Roma all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

Scritto da Maria Luisa Congiu, 18 Settembre 2023 - Tempo di lettura: 2 minuti

In 54 Paesi, da Vienna a Berlino e passando per Roma, una nuova ondata di proteste sta scuotendo il mondo

Questa volta sono gli attivisti per il clima del movimento Fridays for Future a tornare nelle piazze, chiedendo misure urgenti ai governi per affrontare il cambiamento climatico. A Vienna, gli organizzatori del 14° sciopero climatico hanno annunciato la partecipazione di ben 20.000 persone. Le manifestazioni sono state caratterizzate da striscioni che imploravano un aumento delle tasse sulle emissioni di CO2 e l’abbandono del consumo di carne. La marcia ha fatto tappa di fronte al Parlamento austriaco, diventando un simbolo visibile della richiesta di azione immediata.

Crisi Climatica, proteste globali da Roma all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite

A Roma, sebbene il numero di attivisti per il clima riuniti davanti al Colosseo fosse limitato a quattro, la loro determinazione era più forte che mai. Alessio Petronelli, portavoce dell’associazione italiana Rinascimento Green, ha ribadito le priorità del movimento: “Vogliamo chiedere al governo italiano e ai leader internazionali di fermare tutti i nuovi investimenti nei combustibili fossili, che rappresentano la principale causa del cambiamento climatico. Quest’estate, l’Italia è stata divisa tra devastanti incendi e alluvioni terribili“.

In tutto il mondo, sono previste centinaia di proteste globali in 54 Paesi. Ad esempio, all’Aia, un cannone ad acqua è stato utilizzato per disperdere le proteste dei militanti di Extinction Rebellion, che avevano bloccato una strada ad alta circolazione. A New York, i manifestanti hanno organizzato una marcia per chiedere la fine dei combustibili fossili, mentre i leader mondiali si sono riuniti per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

La scorsa settimana, l’ONU ha lanciato un avvertimento, sottolineando che i Paesi sono ancora lontani dall’adempiere agli impegni presi nell’Accordo di Parigi del 2015 e dall’arrestare i peggiori effetti del cambiamento climatico.

In un tweet, è stato evidenziato: “#OzoneDay ci ricorda che ascoltando la scienza e adottando azioni multilaterali, possiamo affrontare la crisi climatica e guarire il nostro pianeta“.

Secondo un’analisi del FMI, lo scorso anno i governi hanno destinato una cifra record di 7.000 miliardi di dollari in sussidi all’industria dei combustibili fossili. Le proteste in corso rappresentano un richiamo urgente affinché vengano adottate misure concrete per contrastare la crisi climatica.

Gli attivisti per il clima hanno tenuto una nuova manifestazione anche a Berlino l’altro giorno, ribadendo la loro richiesta di azioni immediate da parte dei governi per combattere il riscaldamento globale. Questa protesta è avvenuta poco dopo il vertice dei leader del G20 a Nuova Delhi, in India, dove è stata delusa la speranza di un impegno più deciso contro i combustibili fossili. Nonostante l’accordo per triplicare l’uso delle energie rinnovabili entro il 2030, le Nazioni Unite hanno recentemente avvertito che il limite di aumento della temperatura globale di 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi del 2015, è ancora lontano dall’essere raggiunto. Questa estate, secondo i dati dell’osservatorio sul clima dell’Unione europea, Copernicus, il pianeta ha sperimentato i mesi estivi più caldi di sempre, evidenziando l’urgente necessità di azioni per affrontare la crisi climatica.

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