Covid, così la variante Eris si è presa l’Italia: mal di testa, dolori muscolari e gli altri sintomi per riconoscerla

Scritto da Francesca Boffo, 9 Settembre 2023 - Tempo di lettura: 3 minuti

La Variante Eris del Covid-19 è diventata Prevalente in Italia, così come in molte altre parti del mondo. Ecco segni e sintomi per riconoscerla subito

La variante EG.5 Eris del Covid-19 ha rapidamente guadagnato terreno in Italia, raggiungendo una percentuale significativa del 41,9% in poche settimane. Questo dato emerge dall’ultima analisi condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Sebbene questa variante abbia mostrato un notevole aumento anche a livello globale, non vi è motivo di allarmismo in quanto non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto alle varianti già in circolazione.

Covid, così la variante Eris si è presa l'Italia: mal di testa, dolori muscolari e gli altri sintomi per riconoscerla

Sintomi Comuni della Variante Eris

Una delle caratteristiche principali della variante Eris è la gamma di sintomi che può generare. Questi sintomi tendono a coinvolgere principalmente le vie respiratorie superiori, tra cui mal di gola, tosse secca, congestione nasale e raffreddore. Altri sintomi comunemente associati a questa variante includono mal di testa, voce rauca, dolori muscolari e articolari. È interessante notare che nel corso della pandemia, il Covid-19 è mutato, causando una variazione nella prevalenza dei sintomi. Ad esempio, la perdita del gusto e dell’olfatto, una volta sintomi comuni, è ora notevolmente diminuita nella popolazione, mentre i problemi gastrointestinali, come nausea, vomito e diarrea, sembrano essere diventati meno diffusi.

Cosa rende la variante Eris diversa dalle altre varianti del Covid-19? Gli studi condotti dall’Iss indicano che EG.5 Eris ha un tasso di crescita elevato, il che potrebbe spiegare la sua diffusione prevalente in diversi Paesi. Inoltre, questa variante sembra mostrare una capacità di neutralizzazione inferiore da parte degli anticorpi rispetto ad altre varianti. Tuttavia, al momento attuale, questa variante non sembra rappresentare una minaccia significativa per la salute pubblica, almeno non più di altre varianti co-circolanti.

Le Altre Varianti ancora circolanti in Italia

Oltre alla variante Eris, l’Iss ha identificato altre varianti del Covid-19 circolanti in Italia. La variante Arturo (XBB.1.16) presenta una stabile prevalenza del 16,5%, mentre la variante Kraken (XBB.1.5) mostra una diminuzione dal 21,2% al 13,4% rispetto a un’indagine precedente condotta a luglio 2023. Similmente, la variante Acrux (XBB.2.3) ha registrato un calo dal 12,2% al 7,8%.

In questo contesto di crescente attenzione verso il Covid-19, con la variante Eris in ascesa in Italia e una certa preoccupazione negli Stati Uniti, il ministero della salute italiano sottolinea l’importanza di adottare un approccio razionale mentre ci avviciniamo all’autunno. Il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato ha dichiarato la necessità di monitorare attentamente l’occupazione dei posti letto nelle unità di terapia intensiva e negli ospedali in generale. L’obiettivo è evitare allarmismi inutili e valutare attentamente l’incidenza del virus. Questo approccio responsabile è mirato a gestire la pandemia in modo efficace, basandosi sulle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha affermato che la pandemia è stata superata.

Lo studio italiano

Qualche settimana fa Sky TG24 ha presentato un’analisi dettagliata sulla variante EG.5 del COVID-19 e se ci sia motivo di preoccupazione. Uno studio italiano, attualmente in fase di pubblicazione, fornisce preziose informazioni che indicano che questa variante non rappresenta una minaccia maggiore rispetto alle altre mutazioni precedentemente studiate del virus. Nonostante abbia mostrato un aumento nella sua prevalenza, non sembra esserci motivo di allarmismo. Questa ricerca è stata condotta in uno dei primi studi di questo tipo a livello mondiale e ha coinvolto l’Università di Sassari, il campus biomedico e la Sapienza di Roma nella sua coordinazione.

Il professor Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica Medica ed Epidemiologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, ha condiviso le sue rassicuranti osservazioni in merito a questa variante.

“Vogliamo rassicurare la popolazione e sottolineare la necessità di evitare l’allarmismo. La variante EG.5 era già nota all’inizio dell’anno. Non dovrebbe destare timori, poiché le analisi dei potenziali di membrana indicano che non è più contagiosa o virulenta rispetto ad altre varianti. Inoltre, la sua velocità di mutazione è paragonabile a quella di ‘Arturo’ e ‘Kraken’. Al momento, non ci sono prove concrete che suggeriscano un livello elevato di pericolosità o una probabile diffusione intensa.”

Questa analisi fornisce un importante contesto per comprendere la variante EG.5 del COVID-19, che appare quindi meno preoccupante di quanto potrebbe sembrare. Tuttavia, rimane essenziale mantenere un monitoraggio costante e continuare a seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie per affrontare efficacemente il rischio di una nuova fase acuta che abbiamo già conosciuto durante la pandemia.

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