Netflix omaggia Vasco Rossi ma delude gli appassionati, recensione de “Il sopravvissuto”

Scritto da Eugenio Cataldi, 16 Ottobre 2023 - Tempo di lettura: 3 minuti

Uno speciale di 5 puntate che parlano della vita, le opere e la carriera di Vasco Rossi da Zocca, uno degli artisti più amati in Italia

Vasco Rossi è universalmente riconosciuto come uno di quegli artisti capaci di suscitare reazioni che sfuggono alla semplice dicotomia del “mi piace” o del “non mi piace”. La sua musica è un vero e proprio divario tra chi ha abbracciato la metrica del cantautorato italiano e chi invece la sua musicalità trasgressiva e spontanea, che si svincola dai canoni normativi, esplodendo in un grido liberatorio, al contempo brutale pur sempre umano.

Vasco Rossi

Le musiche di Vasco Rossi, come si afferma nel primo episodio di “Vasco Rossi – Il Supervissuto”, la serie in 5 puntate disponibile in streaming su Netflix, sono state qualcosa di straordinario. Erano quasi impossibili da racchiudere in un genere specifico, perché Vasco stesso stava plasmando un genere nuovo. Durante gli anni tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, Vasco Rossi, originario di Zocca, Modena, è riuscito nell’impresa di creare una musica in Italia che non aveva precedenti, un rock cantato in italiano che sembrava inimmaginabile, senza imitare i canoni, le strutture, il linguaggio e i temi del rock anglosassone. Il suo approccio è stato unico: “Non si può fare rock in italiano”, si diceva all’epoca, ma Vasco ha dimostrato che era possibile, purché lo si facesse alla sua maniera.

Inoltre, Vasco non solo ha rivoluzionato il panorama musicale dell’epoca ma anche l’arte della scrittura dei testi. Mai prima di lui in Italia si erano ascoltate canzoni così schiette, dirette, sincere e spesso provocatorie. Il secondo segreto di Vasco Rossi è stato la capacità di creare canzoni con testi che potevano risuonare nell’animo di molti, attingendo a emozioni e situazioni con cui un vasto pubblico potesse identificarsi. Questo è il motivo per cui le sue canzoni hanno attraversato generazioni e continuano ad avere un impatto, non solo sulla sua generazione ma anche su quelle attuali. Le sue canzoni sono universali e senza tempo, toccando il cuore di chi le ascolta.

Esistono due modi principali di amare Vasco Rossi: essere un fan devoto, seguendo ogni suo disco e concerto, o apprezzarlo da una distanza più remota. Tuttavia, ogni volta che una sua canzone inizia a suonare, è impossibile rimanere indifferenti. Molti di noi riconoscono di essere cresciuti con la sua musica e di ritrovarvi pezzi delle proprie vite nelle sue canzoni. Vasco Rossi è un artista che ha lasciato un’impronta indelebile nelle vite di molti, e la sua musica ha un significato personale per chiunque l’ascolti.

Per tutte le persone che hanno un legame speciale con Vasco Rossi, la serie “Vasco Rossi – Il Supervissuto” offre questa opportunità. La serie fornisce una prospettiva sul fenomeno Vasco, esplorando sia la sua carriera artistica, che è nota ma affrontata in modo sorprendente sin dall’inizio, sia la sua vita privata, di cui forse si sa meno.

L’omaggio di Netflix

La docuserie Netflix dal titolo “Il sopravvissuto”, un gioco di parole e un neologismo creato per rappresentare uno dei pochi miti della musica italiana ancora in vita e attivo. È una scelta azzeccata, considerando la trama della sua vita, così come la sua capacità di cucire una canzone sulla pelle di chi lo ascolta. Vasco si definisce egocentrico, ma non è narcisista: la sua capacità di creare un legame intimo con i suoi fan, come evidenziato dagli esperti musicali nei vari decenni.

Netflix sembra però avere un leggero divario tra il dire e il fare, così le intenzioni con Vasco Rossi ne “Il sopravvissuto” maturano in un prodotto che sembra soffocare l’urlo liberatorio del cantante, imprigionando il suo immaginario in una struttura rigida, tipica dei “format” al solo scopo di marketing, fare visualizzazioni.

Il docu-reality non si discosta molto dalla serie Netflix dedicata a personaggi meno affabili, presentando una scaletta simile. In questa produzione Vasco Rossi non piange, né condivide emozioni con il pubblico, non offre conforto o coraggio. I momenti di incoscienza nei suoi esordi, la rabbia delle cadute, il dolore delle perdite e la forza delle rinascite, tutto sembra svanire. Le sue canzoni perdono la poesia che le caratterizza, diventando piatte all’interno del rettangolo nero dello schermo, che funge da barriera tra l’artista e gli spettatori. Anche le sue battute, le risate, le note e ogni parola pronunciata sembrano seguirne uno script, strappando via l’autenticità dell’artista.

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